Ipnosi ericksoniana

Donna stesa sulla poltrona dello psicologoMilton Erickson (1902-1980), è stato uno dei più grandi psichiatri e psicoterapeuti americani, nonché il creatore della nuova ipnosi, denominata anche ipnosi ericksoniana in suo onore. A lui dobbiamo la nascita dell’ipnosi moderna.

Geniale ed eclettico, sapeva utilizzare in maniera unica la voce e gli schemi linguistici. L’utilizzo di storie e di metafore collegate al mondo della persona, gli permetteva di evocare in modo indiretto il potere inconscio e le risorse interiori più profonde.

Erickson è ricordato non solo per le sue indubbie abilità terapeutiche ma anche per il grande rispetto che riservava al paziente: le sue doti di umanità e d’integrità, unite al suo grande sapere, lo hanno reso un uomo straordinario.

L’ipnosi ericksoniana offre alla persona la possibilità di raggiungere una maggiore comprensione di se stessa, di capire come si costruisce la propria realtà soggettiva e come si interagisce con gli altri in maniera più funzionale.

Per Erickson l’inconscio è inteso come un serbatoio di risorse, un deposito di tutte le esperienze acquisite durante la nostra esistenza, è un “luogo” in cui sono custodite tutte le nostre potenzialità. La mente inconscia, essendo plastica ed analitica, è in grado di rispondere in maniera spontanea agli stimoli esperienziali.

Com’è concepita la trance nella nuova ipnosi?

Lo stato mentale in ipnosi è uno stato normale, naturale, che spesso si sviluppa spontaneamente durante le nostre giornate, in cui ci sono cose diverse dallo stato mentale di veglia e dallo stato mentale di sonno.

La rivalorizzazione del fenomeno ipnosi si lega, quindi, ad una nuova concezione della trance intesa come condizione naturale che si attiva quando ci troviamo ad essere concentrati su un’attività che focalizza la nostra attenzione, oppure quando c’è una modificazione della coscienza indotta da uno stato di rilassamento. Tutto quello che viene fatto emergere attraverso le suggestioni dalla mente della persona in trance è già naturalmente presente dentro di lei.

Per tale ragioni l’ipnosi ericksoniana viene considerata un facilitatore dei processi naturali evolutivi e di maturazione psichica della persona.

Il cambiamento non è un processo semplice: siamo influenzati da fattori genetici, dei quali non siamo responsabili, da modelli cognitivi e comportamentali che col tempo si sono irrigiditi e che si sono strutturati sulla base delle interazioni familiari, delle dinamiche scolastiche, lavorative, sociali e culturali che hanno contraddistinto la nostra vita.

Quei limiti che si concretizzano attraverso i sintomi, i disturbi (somatizzazioni, ansia, fobie, panico, depressione) possono diventare il perno attorno a cui ruota l’intera vita della persona, togliendole la forza e l’energia necessaria al raggiungimento degli obiettivi che ognuno di noi si prefigura.

L’ipnositerapia è un modo per aiutare la persona a ridurre i suoi limiti, amplificando allo stesso tempo le sue capacità.

Prendere coscienza, in terapia, di come possano esistere dentro di noi risorse già presenti, con le quali possiamo venire a contatto per poi utilizzarle al fine di superare i nostri problemi e limitazioni, produce un netto miglioramento della qualità della nostra vita.

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