Orientamento scolastico

Ragazzo disorientatoEtimologicamente parlando il termine orientamento deriva da latino oriens, participio presente del verbo orior (nascere, sorgere); ne consegue come l’accento sia posto sulla possibilità di riconoscere la propria posizione e le proprie peculiarità per raggiungere un determinato scopo o una determinata meta, all’interno di un contesto attuale che si caratterizza per la sua sempre maggiore complessità.

Quando si parla di orientamento, quindi, ci si riferisce alla possibilità di comprendere la propria posizione oltre che la propria direzione, ovvero sapere dove si vuole andare e prendere coscienza del punto esatto in cui ci si trova al momento di partenza.

La scelta formativa al termine dei diversi cicli scolastici è una decisione molto importante nella vita dei ragazzi e delle loro famiglie ed è opportuno affrontarla con la massima serietà e con il dovuto impegno. 

L’orientamento scolastico racchiude tutte quelle attività che possono dare supporto e facilitare i ragazzi nella presa di decisione in un momento di passaggio che per loro è di vitale importanza, partendo da un’analisi della situazione attuale.

Quando si dice che il primo passo è orientarsi, si vuole mettere in evidenza come questo aspetto sia determinante.

Tutti noi siamo stati più o meno confusi in giovane età riguardo al nostro futuro e a cosa farne. Oggi come allora, le domande che gli adolescenti si pongono sono ancora: “Da dove parto?” – “Quale sarà la strada migliore per raggiungere i miei obiettivi?”.

I ragazzi e le famiglie possono avere bisogno di sostegno in questo cammino e una scelta consapevole e condivisa aumenta la probabilità di un successo futuro.

Ogni percorso di orientamento dovrebbe innanzitutto aiutare gli studenti ad identificare quelli che sono i tre aspetti principali da considerare contemporaneamente:

  • l’orientamento cognitivo-intellettivo (attraverso l’utilizzo di test scientificamente validati, si analizza il funzionamento adattivo e cognitivo per identificare le aree di maggior competenza e i punti di forza);
  • l’analisi personologica (i test psicometrici permettono di individuare le capacità comunicative, quelle comportamentali e le risorse emotive ed affettive del ragazzo);
  • l’analisi delle attitudini e della motivazione (attraverso l’osservazione e il colloquio, si focalizzano i bisogni, i desideri, le preferenze e le aspettative rispetto al’ambito scolastico).

Le altre variabili da attenzionare saranno tutti quegli aspetti:

  • relazionali (per esempio le aspettative dei genitori);
  • affettivi (in che modo si possono far influenzare dalle scelte dei compagni);
  • pratici (dove si trova la scuola e quanto dista da casa);
  • culturali (idee e preconcetti che si hanno su alcuni tipi di scuola).

Lo psicologo del lavoro diventa una figura fondamentale in questo processo poiché è in grado di strutturare un percorso di supporto e sostegno volto alla lettura degli aspetti relazionali, motivazionali, emotivi del ragazzo e della famiglia e alla comprensione di quelli che sono i desideri e le aspettative di tutte le persone coinvolte.

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